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Covid, un bambino su cinque si è ammalato di miopia durante il lockdown

di Elena Dusi
Articolo da repubblica.it del 17/08/2021

Lo rivela uno studio permanente avviato a Hong Kong. Le cause: poco tempo passato fuori casa e sette ore al giorno davanti a uno schermo. Piovella, presidente degli oculisti italiani: “Tenere computer o cellulare distanti e riposare gli occhi ogni venti minuti guardando lontano”

Non sappiamo più guardare lontano, ed è un’altra fra le eredità del Covid. La vita passata in casa, spesso a contatto con gli schermi, ha tenuto lontano il virus ma ha portato a un aumento della miopia. Lo si è notato a Hong Kong, dove un programma di ricerca permanente – l’Hong Kong Children Eye Study – per monitorare la vista dei bambini tra 6 e 8 anni ha pubblicato i risultati relativi al lockdown. Tra dicembre 2019 e agosto 2020, quando anche in Asia sono state adottate le misure restrittive, il 19,5% dei 709 ragazzi reclutati nello studio – cioè quasi uno su cinque – ha avuto una diagnosi di miopia.

I dati sono pubblicati dal British Journal of Ophthalmology e parlano di un aumento importante rispetto all’epoca precedente. Nei bambini di 6 anni si è passati dall’incidenza del 17% in un anno in epoca pre-Covid al 28% del 2020. Contemporaneamente, proprio a causa del lockdown, il tempo passato all’aperto per i ragazzi di Hong Kong è passato da un’ora e un quarto a 24 minuti al giorno. Le ore quotidiane trascorse davanti a uno schermo sono schizzate da 2,5 a 7.

Schermi lontani e pause frequenti

Entrambi i fattori incidono sulla vista dei bambini, spiega Matteo Piovella, presidente della Società italiana di oftalmologia (Soi): “La luce del Sole ha un meccanismo positivo che previene la miopia. E gli schermi affaticano i meccanismi di accomodamento dell’occhio responsabili della messa a fuoco”. Le soluzioni: “Tenere lo schermo ad almeno 40 centimetri e fare una pausa ogni venti-trenta minuti, guardando lontano”. Dopo decenni in cui le mamme invitavano a stare lontani dalle tv e le maestre a non piegare troppo la testa sul quaderno, giocare ai videogiochi con le braccia distese diventerà il nuovo consiglio-mantra per preservare gli occhi dei bambini.

Un’altra decina di studi (la maggior parte in Asia, dove la miopia raggiunge prevalenze altissime) ha osservato un fenomeno simile all’articolo di Hong Kong. Una pubblicazione cinese su Ophthalmology, uscita a marzo, per fortuna ha notato anche una leggera riduzione del disturbo a sei mesi dall’allentamento del lockdown. In Italia mancano conferme. “Ma nel nostro paese il problema non è impellente come in Asia. Nell’età fra i 7-8 e i 13 anni, quando la miopia si presenta, in alcuni paesi asiatici si arriva a un’incidenza quasi del 100%. In Europa e in Italia siamo intorno al 35%” spiega Piovella. “Le cause sono in parte di origine genetica, quindi ereditaria. In parte relative agli stili di vita. Anche a scuola, la Società di oftalmologia consiglia di fare una pausa ogni mezz’ora trascorsa davanti al computer”.

Peggiorano tutti i disturbi della vista

I grattacieli e gli appartamenti stretti di Hong Kong non sono certo lo standard in Italia. Ma l’abitudine di passare ore davanti agli schermi è stata accentuata dal Covid anche da noi, come negli altri 180 paesi del mondo dove le scuole sono state chiuse, tenendo a casa l’80% degli studenti del pianeta. “La miopia nella maggior parte dei casi resta un disturbo lieve, che oggi può essere curato facilmente” spiega Piovella. “Ma in alcuni rari casi, soprattutto dopo i 60 anni, può aggravarsi e portare anche a perdita della vista. Temo che da qui al 2030 il numero di persone che subiranno questa grande tragedia raddoppierà”. E se la miopia è il disturbo della vista che più è legato agli stili di vita, il Covid ha dato il suo contributo negativo anche agli altri. “Durante il lockdown abbiamo saltato 400mila interventi di cataratta e 8 milioni di visite”.

L’importanza di guardare lontano

Il problema degli schermi è che impegnano i muscoli che permettono all’occhio di mettere a fuoco da vicino. “E’ quella che chiamiamo capacità di adattamento, che nei bambini è molto sviluppata” spiega il presidente della Soi. “Loro sono in grado di mettere a fuoco perfettamente anche a distanze molto ridotte, ma così facendo sforzano i muscoli dell’occhio. Un adulto tende ad allontanare lo schermo semplicemente perché non riesce a vedere troppo da vicino. I più piccoli non hanno questa difesa”.

Il trucco della pausa ogni 20-30 minuti permette ai muscoli dell’occhio di rilassarsi. “Basta un minuto” raccomanda Piovella. “Anche gli adulti che passano molte ore davanti al computer dovrebbero, secondo la legge sulla sicurezza dei lavoratori, fare pause regolari”. E c’è una situazione in cui l’occhio, con i suoi meccanismi di adattamento, è in totale riposo: “La cosa più rilassante che ci sia per la nostra vista è proprio guardare lontano”.